venerdì 25 gennaio 2008

110 e lode è ancora un voto "utile"?

Leggo sul sito studenti.it un interessante articolo che riflette sull'utilità lavorativa di un 110 e lode. Questo il link per farsi un'idea di ciò che vado a scrivere nelle mie prossime parole.

110 e lode? meglio di no

einstein8ciEbbene, tutti i torti sono convinto che l'autore non li abbia.
Certamente il 110 e lode non è un voto che indica solo "Yes man", come vengono definiti nell'articolo, ma a volte è frutto di un modo a mio avviso errato di intedere e vivere l'istruzione universitaria.
Sono rari i casi in cui posso dire che un 110 e lode (sembra si parli di una razza di studente) abbia qualche cosa che lo contraddistingue dal resto degli studenti, la classica "marcia in più".
Un esempio di raro esemplare come questi, a mio avviso, è il compagno di poltrona che siede saltuariamente su questo blog con il sottoscritto. ;O)

Una riflessione interessante può essere proposta sotto il punto di vista educativo e didattico: è forse ora di cambiare i metodi di valutazione e di insegnamento?

Questa domanda sorge spontanea quando si pensa ai metodi di studio adottati dagli studenti.
Uno studio "a memoria" lascia il tempo che trova. Finito l'esame, la memoria RAM dello studente viene completamente resettata per far posto ai prossimi dati da MEMORIZZARE (non elaborare).

Al contrario forse, un metodo di studio che associ conoscenze teoriche a pratica, formulazione di ragionamenti e simulazioni, con la responsabilizzazione dello studente e la possibilità di provare a realizzare ciò che studia, può produrre r isultati migliori sul piano formativo.

Tutto questo ovviamente detto dal basso della mia esperienza triennale di studente.
Non è il 110 e lode in sè che viene bistrattato, ma è il verificarsi di un'asimmetia di valutazione tra università ed imprese.

Se i metodi di valutazione coincidessero, il ruolo del 110 e lode tornerebbe ad assumere un chiaro significato positivo, mentre ora è il classico voto che fa contenta la mamma, ma che fa storcere il naso ad alcune (non tutte certamente) aziende e multinazionali.

Amico mio, tu che ne pensi? E voi?    =)

Tiziano

4 commenti:

Anonimo ha detto...

Concordo con ciò che dice Tiziano...il 110 e lode non indica necessariamente una preparazione ottimale per il mondo del lavoro.Studiare a memoria non porta, secondo me, ad essere veramente preparati.I metodi di insegnamento e di valutazione dovrebbero cambiare, valutando la capacità di risolvere casi pratici, ed essere in grado di lavorare anche in gruppo.Sapere il concetto a memoria non indica che lo studente sia veramente preparato

Yaenrhys ha detto...

Sì, direi che il concetto è abbastanza condivisibile.
Può essere che in effetti il "110 e lode" sia un ragazzo talmente adattato alla realtà scolastico-universitaria da riscontrare poi problemi all'atto pratico.
Temo che questo sia il risultato di un sistema ipertrofico. Mi spiego: oggi, l'università ha un'"utenza" estremamente vasta, e questo si riflette nelle modalità di insegnamento.
Pochi orali, pochissimi laboratori, zero possibilità di lavoro di gruppo. Nessun stupore se, a questo punto, lo studio universitario si trasforma in quanto ben metaforizzato da Tiziano: Riempi la RAM, esame, svuota...

Yaenrhys ha detto...

PS!!

Non è vero non ho nessuna marcia in più...! Al massimo ho un motore un po' sovralimentato, sullo stile dei T-Jet Ahaha!

Anonimo ha detto...

Ma chi l'ha detto che il laureato da 110 e Lode studi a memoria??? Che abbia 'problemi dal lato pratico'??? Che stupidaggini/generalizzazioni sono queste?? Mi sono laureata un mese fa con 110eLode perchè avevo una media del 29,7 9lodi, e ho fatto una tesi sperimentale e di ricerca che è ststa premiata per la sua originalità!!!