domenica 10 febbraio 2008

Riforme sì, riforme no

Salve a tutti.

Ritorno con un argomento d'attualità: le riforme.
Non passa giorno senza sentir parlare di riforma elettorale, riforma della politica, riforme per rilanciare il Paese e così via.
Che provvedimenti di questo genere siano necessari è assodato. Lo chiede la società, lo chiedono le imprese, ormai lo chiede la politica stessa, desiderosa di darsi una mano di vernice per apparire meno rugginosa in tempi di antipolitica.

Riformare non è semplice.
Si deve analizzare approfonditamente la situazione ed intaccare lo status quo, di solito andando a disturbare "corporazioni" o interessi particolari. Come ci si potrebbe aspettare, di solito il rumore imbastito dalla categoria danneggiata riceve attenzioni da parte della stampa che il cittadino (o come si dice oggi, il consumatore) avvantaggiato dal provvedimento si può solo sognare. Scontato, d'altraparte fa più rumore un albero che cade di una foresta che cresce.

Purtroppo, oggi, assistiamo ad una sorta di impotenza riformatrice. Poichè la riforma scontenta fette di elettorato, difficilmente un governo la intraprende. I partiti e la politica, quindi, preferiscono difendere le cosiddette "rendite di posizione" piuttosto che correre rischi. Che ci pensi il prossimo governo!

Temo che questo sia il risultato di una società, ancora prima di una politica, che ha perso in parte la capacità di guardare al lungo periodo e all'interesse comune.


Henry

1 commento:

Anonimo ha detto...

Mi trovo d'accordo con Henry.Quasi sempre il rumore provocato dalla categoria danneggiata dalla riforma alla fine impedisce alla riforma stessa di essere attuata.Prima di tutto il governo deve avere le PALLE di attuare le riforme; tuttavia il cittadino deve cominciare ad avere una mentalità di lungo periodo, cosa che il cittadino italiano non ha.tantomeno l'interesse comune.
Ed è difficile pensare che un governo di ultra60enni abbia una visione del futuro.
Il pensiero rivolto solo al ''guadagno di breve periodo'' porterà l'Italia ad una situazione di non ritorno.

Sul futuro sono molto pessimista